Questi sono i principali fattori di rischio dell’infarto che è bene conoscere per prevenirlo.
L’età
Il primo fattore di rischio, purtroppo, è l’età. Infatti, con l’aumento dell’età, cresce anche la probabilità di infarto. Superati i 60 anni, le percettuali di persone, sia uomini che donne, colpite da infarto aumentano. È quindi necessario fare più attenzione e curare di più la salute, magari sottoponendosi a una visita cardiologica da un bravo cardiologo a Roma.
Il colesterolo alto
Quella che è però è la causa principale dell’infarto è il colesterolo alto. In particolare chi ha il colesterolo LDL alto è pericolosissimo. Di solito, il cardiologo a Roma prescrive esami del sangue per controllare questo valore e anche quello del colesterolo HDL che non dovrebbe esser molto basso.
Il diabete
Chi soffre di diabete, ha un ulteriori fattore di rischio dell’infarto con cui fare i conti. In particolare, si parla di diabete di tipo mellito.
Il sovrappeso e l’obesità
Tra i campanelli d’allarme che dovrebbero far stare sull’attenti c’è anche il peso. Il controllo del peso è importante per prevenire l’infarto del miocardio ma anche altre patologie a carico del sistema cardiovascolare. Curare la dieta è sempre consigliato a tutte quelle persone che hanno più di un fattore di rischio, ma vale anche in generale per aumentare il benessere.
L’ipertensione arteriosa
Si parla di ipertensione arteriosa per indicare la pressione sanguigna alta. È un fattore di rischio da tenere sotto controllo perché sempre presente in caso di infarto.
La sedentarietà
Tutti gli specialisti consigliano sempre per la salutare dell’organismo di fare movimento e attività fisica. È una delle raccomandazioni più frequenti perché al sedentarietà è davvero deleteria. Chi ha uno stile di vita poco attivo aumenta il rischio di infarto; la sedentarietà va combattuta e contrastata praticando anche solo 30 minuti di attività blanda ma ogni giorno.
La familiarità
Purtroppo, chi in famiglia ha persone che hanno avuto un infarto, dovrebbe fare più attenzione rispetto agli altri. Infatti, chi ha famigliarità con le patologie cardiovascolari come questa, ha un rischio maggiore.